martedì 16 novembre 2010

(238) Vacanze romane (I)


Saliti dal Mosè
poi siamo scesi al Foro,
con te o mio tesoro
mi son sentito un re.
Saliti al Campidoglio,
salutato l'impero,
dal cielo, un poco nero,
s'è acceso uno spiraglio.
Lasciato Marco Aurelio,
tra Castore e Polluce,
con te mia Musa e Luce
(che mai son stato meglio)
son sceso da Marcello,
la mano nella mano,
per cogliere da Giano
il momento più bello.
Un bacio, un bacio vero,
un nettare divino,
San Giorgio lì vicino
può dir ch'era sincero.
Passati al Circo Massimo
nemmeno l'abbiam visto,
non parlo, non insisto,
quel bacio è stato il massimo.
Raggiunto il Mascherone
( chissà s'è solo un gioco,
meglio rischiare poco)
abbiam fatto una foto all'occasione.
Da Ercole, elegante,
un'altra foto al volo,
per ricordare solo
quell'attimo di prima, quell'istante.
Attraversato il Tevere,
sull'isola passati,
ci siamo riposati
poi, via dentro Trastevere.
Tra odor di cucinato,
nei vicoletti stretti
felici, benedetti,
da Carlo Menta abbiamo desinato.


16-novembre-2010

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