venerdì 9 luglio 2010

(103) La tempesta


Quel campo sterile che or seminiamo
fertile fu già un tempo
e, ricchi frutti,
ancor d'amore nutrono il tuo cuore
che nella vita
mai proverà più il morso del digiuno.

Altra la fame che si fa sentire,
fame della passione
che mai ti rese sazia
nella stagione dei grandi tormenti,
allor che l'anima
è un naufrago in balia della tempesta.

Il seme mio
che ancora fluido sgorga,
e, già fecondo,
pur produsse i frutti
di nuova vita che già si rinnova,
quel seme ancora d'estasi m'inonda
allor che nel tuo campo
io vengo a seminare.

L'anima mia,
che ristagnava nel lago della quiete
ora è travolta in un vortice d'amore
per unirsi alla tua
nella furiosa tempesta
che sino ad ora
ci aveva risparmiati.

Giammai io tenterò
fuggir quella tempesta

10 luglio 2010

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