lunedì 26 luglio 2010

(113) al tavolino


Apro il computer per cercare te,
ci sei, ti chiamo, subito rispondi,
ci apriamo uno all'altra i nostri mondi,
come stessimo a prenderci un caffè.

Mentre ti scrivo ti accavalli a me,
mi scrivi sopra, allora mi confondi,
e, se io non ti seguo tu ti offendi,
dici:- Tu non m'ascolti, vai da te!-

Dici che glisso, poi, se una battuta
mi scappa per ischerzo, non sia mai,
non trovo mai un santo che mi aiuta.

Io non so più se resti o te ne vai,
aspetto; dico: -Vedrai che mi saluta!-
resto lì come un fesso, e tu lo sai.

26 luglio 2010

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